Per le telecomunicazioni e la sicurezza dei dati
Rappresentazione grafica del funzionamento del mantello dell’invisibilità, nel quale la luce di propaga inalterata (fonte: Luis Romero Cortés and José Azaña, Institut National de la Recherche Scientifique) © ANSA/Ansa
Un piccolo passo verso un “mantello dell’invisibilità” in stile Harry Potter, grazie a un dispositivo che nasconde gli oggetti alla vista manipolando le frequenze della luce che li attraversano: è stato realizzato all’Istituto canadese per la Ricerca Scientifica di Montréal, e le applicazioni vanno da migliori tecnologie per le telecomunicazioni a trasmissioni di dati su fibra ottica molto più sicure. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Optica.
“In realtà siamo ancora molto lontani da qualcosa che si avvicini a un ‘mantello dell’invisibilità’ e il procedimento usato è davvero molto complicato”, spiega all’ANSA Claudio Conti, del dipartimento di Fisica all’Università Sapienza di Roma.
“La vera novità di questa ricerca sta nel fatto che il dispositivo funziona anche con la luce naturale, che contiene molti colori – aggiunge – invece che con luce di un unico colore come i dispositivi precedenti, ma anche in questo caso l’oggetto deve essere illuminato da un’unica direzione”.
La maggior parte delle precedenti soluzioni funzionavano alterando il percorso della luce, facendole aggirare l’oggetto invece di attraversarlo. I ricercatori guidati da José Azaña invece hanno elaborato un nuovo metodo: se l’oggetto riflette la luce verde, ad esempio, il dispositivo elimina solo la frequenza corrispondente, per poi ricostruire il fascio di luce com’era inizialmente dopo che ha attraversato l’oggetto, rendendolo invisibile. “In pratica elaborano e ricostruiscono l’impulso luminoso – conclude Conti – un po’ come farebbe una telecamera, ma con un procedimento molto più complesso”.
Fonte: http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/fisica_matematica/2018/07/01/il-mantello-dellinvisibilita-che-manipola-la-luce_24d08a2f-b7a8-4bc4-afc3-8c0d9ee909b1.html
Leave a Reply